sabato 22 settembre 2007

Ten years after

Nella mia personale playlist (top 5) delle qualità che un vero uomo dovrebbe avere c'è la leggerezza.
Ammetto che se sapessi sempre vivere la vita come il viaggio di una foglia in balia della corrente della natura, delle stagioni e delle possibilità avrei risparmiato ia me e agli altri un bel po' di paturnie.
Credo che a conti dei fatti il cervello sia il più grosso limite umano.
Con tutte le sue degeneranti facoltà.
Consapevolezza, senso del sè, coerenza, paura della morte, bisogno di autorealizzazione.
Malattie, cancri esistenziali che ci costringono all'unicità e ci allontanano dalla molteplicità di una vita pienamente vissuta nel tentativo di raggiungere quante più esistenze possibili nel breve tempo possibile a noi concesso.

Fatto sta che chiudendo gli occhi Brivido ha spalancato le sue ali e volteggiato nella serata spinto da forze casuali, incrociando i destini, i punti di partenza, di arrivo e di ri-partenza, di amici, conosciuti, ex-conosciuti.

Francesco. Ultime traccie: 10 anni fa. Appesantito, modesto e sincero, lo sguardo accattivante di un tempo è sfociato in un pensiero nostalgico, dietro al bancone del suo bar, mi racconta le storie di compagni di viaggio di una delle mie precedenti identità.
Ora ha un bebé.

Si riscopre che comunque andrà i conti finali si faranno col culo sfondato su uno sgabello, calice mezzo pieno o mezzo vuoto, e comunque andrà questa cazzo di vita in trincea, ci guarderemo così. Sforzandoci di rivedere nell'altro gli anni magnifici, sfiorando con le parole le fatiche, gli amori, il lavoro, gli anni - pesanti - dell'altro.

Tre occasionali splendidi sguardi puntati mi confermano che Brivido ai massimi livelli è sempre uno spettacolo.

"Non ti conosco, ma la tua è stata la più incredibile uscita da un bar che io abbia mai visto".

Uno sconosciuto.

Beh. Onoratissimo.

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