venerdì 27 luglio 2007

Accadde domenica

Da una terra lontana, verso una casa più vicina.
Su un destriero rosso mattone.
Con due orecchini da Saraceno.
Siamo stati parte della stessa famiglia per 6 mesi.
E' riapparso per circa 3 ore complessive.
Non credo fosse un fantasma. E nemmeno io credo di esserlo d'altronde.
Eppure ci trascinavamo come spiriti di un altro tempo tra la Mole e piazza Solferino.
L'Amarcord lo si lascia ai morti.
Tra chi ancora lotta e strepita per uno spazio di vita si parla al presente come se il passato e il futuro fossero oggi.
Ciao Martino, bentrovato.

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giovedì 26 luglio 2007

Amici veri

M. non lo vedevo da una vita.
Eppure abbiamo passato una vacanza indimenticabile, - quanti? - anni fa.
Eravamo giovani, e se vuoi siamo cresciuti un po' assieme, in quella città magica nel cuore dell'Europa, il suo nome non ha ora importanza.
Abbiamo rischiato di linciarci, sfregiarci, menomarci a vicenda.
Che pazzi.
Quando mi vede mi salta addosso. E sì. E' stata davvero una grande amicizia.
Di quelle che aumentano di gradazione col tempo e con la lontananza, come il buon vino.
Sono passati mesi su mesi, eppure nel suo saloto c'è lo stesso slancio entusiasta di un tempo.
"Cosa fai adesso?"
"Altri viaggi?"
"Era facile la vita allora eh".
"Già".
"Già".
"Hai sentito Tony?"
"No, è un po' in effetti".
"Ma sai che Bonny vive in Cina adesso? Lo avresti detto?"
"Ma va? Boia. De. Incredibile."
"E Pony, ne sai?"
"Anche quello, che pazzo, si è messo a studiare il russo. Rischia che ci è pure andato a vivere."
"Vorrei rivederlo. Un'altra serata assieme. Una birra, due foto. Ricordi, racconti e un pizzico di futuro".
"Bella storia, dai, si organizza".
"Grande M., stato bello incontrarti, sentiamoci."
"Urca. Dai. Fatta".
"A presto fratello".
"Ah, dimenticavo".
"Sì? Dimmi tutto".
"Sai mica che fine ha fatto A.M. (il misterioso personaggio che si nasconde dietro la maschera di Brivido - suo interlocutore - me sottoscritto medesimo modestamente)?
"A.M. hai detto?"
"Sì".
"Mmmhhh. No guarda, mai sentito".

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mercoledì 25 luglio 2007

Insicurezze

"Adesso Quinn non era in nessun luogo. Non aveva niente, non sapeva niente. Non soltanto era stato rimandato alla partenza; ora si trovava prima della partenza, in un punto così antecedente alla partenza da essere peggio di qualunque arrivo immaginabile. Il suo orologio faceva quasi le sei. Tornò a casa per la stessa strada dell'andata, allungando il passo di isolato in isolato. Prima di raggiungere la sua via, aveva incominciato a correre.
È il due di giugno, disse fra sé. Cerca di ricordarlo.
Questa è New York, e domani sarà il tre di giugno. Se tutto va bene, l'indomani sarà il quattro di giugno. Ma niente è sicuro."

Da Trilogia di New York di Paul Auster

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